Le donne e il lavoro

Nel 1919, con la Legge n. 1176, ha inizio il percorso normativo relativo al diritto e alle pari opportunità tra uomini e donne. Il principio di “pari opportunità” abbraccia il complesso di disposizioni legislative poste in essere allo scopo di eliminare le disparità fra uomo e donna in diversi ambiti, che spaziano dalla formazione scolastica e professionale, all’accesso al mercato del lavoro ed alla progressione di carriera. Nel tempo questo principio si è esteso ad altre forme di discriminazione, ponendosi di garantire pari dignità ed opportunità ai disabili ed, in generale, osteggiando ogni forma di discriminazione basata sull'età, sull'etnia, sulla fede, che nega, pertanto, per principio, ad una categoria di persone, quei diritti che sono garantiti a tutte le altre, soprattutto nel campo del lavoro e della giustizia. La Legge n. 1176 riconosce alle donne la capacità giuridica che cancella l'autorizzazione maritale, limite a cui la donna era legata nella gestione patrimoniale e nelle attività commerciali, e, contestualmente viene consentito l’ingresso delle donne, limitatamente ad alcuni ambiti, nei pubblici uffici. Nello stesso anno viene sfiorata la conquista del suffragio universale femminile,quasi raggiunta con l'apnormativazione della Camere per il voto amministrativo. Per il voto legislativo, invece, le donne dovranno attendere la fine del periodo fascista e della Seconda Guerra mondiale: il riconoscimento del diritto di voto alle donne arriverà il 31 gennaio del 1945, su emanazione del Consiglio dei Ministri - Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23. Nel 1948, la neonata Costituzione Italiana, sancisce il principio di uguaglianza di genere: uomini e donne, in particolare nel mondo del lavoro, hanno diritto al medesimo trattamento. Riconoscendo la pari dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge a tutti i cittadini (art. 3), la parità tra donne e uomini in ambito lavorativo (artt.4 e 37), l'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi all'interno del matrimonio (art.29) e la parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (art. 51), la Costituzione pone punti di riferimento importanti per lo sviluppo della normativa futura. L'8 marzo 2002, per garantire una maggior presenza delle donne nelle cariche pubbliche, viene modificato l'art. 51 della Costituzione. Viene così prevista l'adozione di appositi provvedimenti finalizzati all'attuazione delle pari opportunità fra uomini e donne nella rappresentanza.  Una svolta storica nel sistema di protezione del lavoro femminile e di lotta alla discriminazione è stata rappresentata dalla Legge 9 dicembre 1977 n. 903 che ha introdotto elementi di parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro tutelando la donna lavoratrice e creando presupposti per una maggiore autonomia sul piano professionale, personale ed economico. Meritevoli di attenzioni sono, inoltre, le disposizioni contenute nella Legge n. 125/1991 che hanno lo scopo di favorire l’occupazione femminile e di realizzare, l'uguaglianza tra uomini e donne nel lavoro, anche mediante l'adozione di misure, denominate azioni positive, al fine di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità anche nel campo del lavoro autonomo. Anche la Legge n. 215/1992 riporta un ampio ventaglio di disposizioni con lo scopo di  promuovere l'uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne nell'attività  economica e imprenditoriale. Gli obiettivi principali che la legge persegue sono, innanzitutto favorire la creazione e lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa; promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici; agevolare l'accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile; favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne; e promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.

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